IN UTERO
Last Updated on Sunday, 11 September 2016 11:33 Written by Super Amministratore Monday, 25 January 2016 17:44
Quando voglio star meglio ascolto in piena luce "i racconti di Mayim ”.
Ma ho lasciato un giorno i greti assolati rifugiandomi nel fitto del bosco. E mi sono sentito in un’altra dimensione. Lì, nel letto dei torrenti, mi sono ritrovato nell’utero della Terra.
Calma.
Acqua sussurrante.
Fresco tepore.
Sporadici i raggi di sole. Come gocce d’energia penetrano tra le foglie raggiungendo le radici, l’acqua, me. Fili di luce giocano e rimbalzano sull’acqua. Non sono racconti, ma pulsazioni vitali.
Sono promesse.
Attese.
Rivelazioni.
Nessun colore. Presente ma invisibile la terra. Qui c’è la vita nascente. Insieme ad acqua ed energia il terzo elemento non è terra ma la Terra intera, è Pacha Mama, è la Donna suprema. Mi sento “in utero” e voglio pensare che la Donna salverà l’Umanità.
carlodelli 2354 d.E./2013 d.C.
Per questa serie non sono ancora decise tiratura e dimensioni.
Queste sono fotografie di luce solare riflesse dalle acque di torrenti dell’Appennino Tosco-Emiliano. Alcune sono in origine su pellicola, come più amo fare, ma molte sono in digitale, data la necessità di sensibilità molto alte per la luce davvero scarsa. Le piccole modifiche nel passaggio video o per le stampe non alterano lo scatto originale, i "segni" sono quelli originari.
Per una volta mi permetto di suggerirvi una chiave di prima lettura: la mia intenzione è stata quella di alternare foto che si richiamano all’Energia Creatrice (le dispari fino alla 19 compresa) ad altre che si richiamano invece a ciò che Essa può formare (le pari fino alla 20), escluse le ultime tre per le quali non vi suggerisco niente.
Queste luci sono fotoni provenienti dalla “nostra” stella, il Sole. Hanno avuto origine dalla fusione di due atomi di idrogeno in un atomo di elio, circa un milione di anni fa. Poi si sono staccati dal Sole, in otto minuti sono arrivati sulla Terra, sono filtrati attraverso le chiome degli alberi, sono rimbalzati sull’acqua e si sono infilati nell’obiettivo della mia macchina fotografica. Se hanno incontrato il sensore digitale hanno causato la formazione di numeri. Se invece hanno incontrato la pellicola vi sono rimasti dentro, modificando la composizione dell’emulsione chimica; vi sono rimasti davvero, sono ancora lì, quando guardo la diapositiva li ho davvero "in mano", davanti a me!
I fotoni sono pura energia, non materia, e sono il primo fondamento della nostra comprensione del mondo. Il pensiero ha infatti imprescindibile bisogno dei sensi per funzionare, per capire, e la vista, che è ricevere ed elaborare fotoni, è di gran lunga il più importante dei sensi.
E cosa fa la fotografia? Trasforma in immagini i fotoni, così come fa la nostra mente tramite la vista e il pensiero. Ovviamente lo fa in maniera molto diversa, la fotografia ha un suo substrato tecnologico ed ha un suo linguaggio, incorporeo ma forte. Ed ecco qua: per mezzo della fotografia vediamo segni e disegni di fotoni che rimbalzano sull’acqua.
Qui c’è acqua, c’è luce, c’è coscienza: L'ESSENZA DEL MONDO.
Qui c’è CREAZIONE PURA, senza nessuna elaborazione. La creatività più grande è già nel reale naturale, e niente come la fotografia sa unire tutto questo.
Ha detto molto bene Hitchkock centrando l’essenza della fotografia di Natura: “In un film il regista è dio, in un documentario sulla Natura Dio è il regista”
Testo critico di Orietta Bay Carlo Delli – IN UTERO
Ci sono Autori che ad ogni lavoro, pur mantenendo una forte coerenza poetica, ci stupiscono con la molteplicità delle sfumature espressive e la sempre rinnovata creatività. Carlo Delli fa parte di questi. Il suo percorso è impreziosito dai successi ottenuti , ma è proprio il continuo cammino, l’essere sempre in progress, in fermento, ciò che lo fa essere autore poliedrico capace di raggiungere obiettivi importanti.
In Utero è una delle sue ultime creazioni. Un ulteriore passo nella profondità del suo sentire che risalendo e divenendo visuale ci aggancia e trasporta verso una riflessione personale. Un progetto che vibra di sensazioni ed emozioni.
Davanti a queste immagini ci stacchiamo dal mondo del reale per navigare nel mare, per lo più sconosciuto, dell’inconscio e delle emozioni. L’opera ha quindi la possibilità di diversi percorsi interpretativi, compreso ovviamente quello dell’Autore, come si conviene a tutto ciò che è rivolto all’intelligenza e alla cultura di chi si pone in suo ascolto.
Lasciandoci trasportare ne sentiamo tutto il mistero e acquisiamo la stupefacente consapevolezza che solo dentro noi stessi possiamo trovare le molte risposte che stiamo cercando. Un susseguirsi di immagini trasognate, di forme evanescenti, luci abbaglianti, apparizioni quasi magiche che, ricordando visioni oniriche, cullano i nostri pensieri come a riportarci nel luogo dove tutto è iniziato. Quasi una sfida questa di Carlo Delli che stimola la nostra voglia di conoscenza. Nel mare di In Utero ci sono molte voci che raccontano e molte melodie che incantano, tutte per porci interrogativi. Ci dobbiamo immergere nella profondità, da lì, dopo la stasi della meditazione, possiamo ripartire per superare i buchi neri della solitudine e dell’isolamento che tentano di inghiottirci, e proseguire fino alla consapevolezza.
Nel lento ed armonioso movimento che ci suggeriscono le immagini c’è evoluzione e trasformazione, sembra di assistere ad una metamorfosi. La sequenza alterna segni che la nostra mente elabora e cerca di decodificare, e il sentire che rimane è la voglia di trovare l’altra parte di noi che dovremmo sempre cercare di portare in superficie.
Orietta Bay